Il Flamenco, l’arte pura dell’Andalusia, nasce dall’intreccio delle tradizioni culturali e
musicali dei diversi popoli che nei secoli si sono stabiliti in Andalusia, la regione più a Sud della Spagna.
Nasce
e si svuluppa nei secoli passati come l’espressione artistica
degli strati piu’umili e marginali della
popolazione Andalusa, in particolare del popolo gitano; i gitani
dell'Andalusia sono da sempre i veri detentori ed i massimi interpreti
del Flamenco Puro, Jondo, cioè tradizionale. Essi furono oggetto in
passato di persecuzioni e discriminazioni materiali e culturali, gli fu
vietato di praticare (almeno in pubblico) qualsiasi forma di arte della
loro cultura e tradizione. Ciò accentuò la loro identità etnica, ed il
Flamenco occasione di ritrovo e di aggregazione soprattutto nell'ambito
familiare; il canto (cante) ed il ballo (baile) divennero occasione di
lamento e di sfogo. E' da questa marginalità e
segregazione che il Flamenco trae la sua straordinaria forza
espressiva; passione, sensualità, energia caratterizzano e rendono
unica questa arte
che da sempre affascina il suo pubblico e i suoi interpreti.
Il FLAMENCO é un connubio di quattro elementi fondamentali:
CANTE (canto), PALMAS (accompagnamento del baile con la percussione delle
mani), TOQUE (chitarra), BAILE (ballo).
Questo incontro ha dato origine a un grande numero di stili diversi (I PALOS) che formano la trama del complesso tessuto chiamato Flamenco.
IL BAILE FLAMENCO
Il baile Flamenco è una delle espressioni dell’arte Flamenca, è una
danza astratta, non narrativa che non intepreta storie ma stati d’animo.
Nel baile, come in tutto il Flamenco, conta soprattutto la capacità
espressiva dell’interprete, il possesso di una buona tecnica, certo, ne
esalterà l’interpretazione ma non potrà mai dirsi il contrario. Si può
affermare che il Flamenco è la danza che possiede più delle altre il
potere d’isolamento e concentrazione, immergendo i bailaores in uno stato
d’incoscenza che porta a dimenticarsi del mondo che li circonda.
Il Flamenco non è solo un'arte o una tecnica, è più di tutto un modo di
sentire; nel Flamenco ciò che più conta è l’intensità dell’espressione, la
forza interpretativa, caratterizzata dall’arte più pura che nel gergo flamenco
è chiamata “DUENDE”: potere misterioso che tutti sentono e che nessun filosofo
spiega, forza che trascina pubblico e intepreti in un estasi
collettiva. Per cercare il duende non v’è mappa ne esercizio. Si sa soltanto che
brucia il sangue, respinge ogni geometria, che rompe gli stili......
La tecnica del baile Flamenco è molto complicata e diversa dalle altre
danze; nel Flamenco non ci sono grandi salti ne piroette, il Flamenco anzi è
una danza orientata verso l’interno, introversa, tellurica con movimenti
eseguiti con grande gravità, rivolti verso il basso, al contrario di quanto
avviene ad esempio nella danza classica dove tutto è leggerezza ed elevazione .
I movimenti dei piedi sono di diverso tipo con i quali si ottengono suoni
mediate la percussione del suolo con diverse parti della scarpa: tacco, punta,
pianta (ZAPATEADO)
Il corpo viene usato molto più dalla donna che dall’uomo; i movimenti sono vari, alcuni più tipicamente femminili,
come le ondulazioni del busto e delle anche, il ricco e vario movimento delle
braccia e delle mani, detto BRACEO, od il chiudersi e rannicchiarsi per poi
riallungarsi verso l’alto; altri prevalentemente maschili, più sobri e
limitati, caratterizzati da atteggiamenti fieri e pacati, in contrasto con la forza e
la frenesia delle parti più ritmiche delle ESCOBILLAS (combinazione di più
passi eseguita con i piedi ritmicamente ed energicamente).
Purtroppo
nel nostro paese si sà poco o nulla di quest’arte; nota al nostro
pubblico come danza, più che come vero e proprio fenomeno
artistico, il Flamenco è spesso identificato con una immagine
convenzionale e
distorta della Spagna , e ridotto a puro svolazzamento di vestiti che,
nell’immaginario collettivo, evoca la sensualità e la passionalità.